lunedì 1 luglio 2013

Rain On The Scarecrow (John Mellencamp / George M. Green) con traduzione



Rain On The Scarecrow (John Mellencamp / George M. Green)

Spaventapasseri su una croce di legno, merlo nel fienile
Quattrocento vuoti ettari che erano la mia azienda agricola
Sono cresciuto come mio padre mi ha detto, mio nonno è cancellato da questa terra
Quando avevo cinque anni ho camminato sulla recinzione mentre il nonno mi teneva la mano
Pioggia sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Questa terra ha alimentato una nazione, questa terra mi ha reso orgoglioso
E figlio mio, mi dispiace, ma non erediterai niente
Pioggia sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Pioggia sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Le colture cresciute la scorsa estate non sono bastate per pagare il mutuo
Impossibile comprare il seme da piantare questa primavera e la Banca Agricoltori mi è preclusa
Ha chiamato il mio vecchio amico Schepman per mettere all'asta il terreno
Ha detto John è solo il mio lavoro e spero che tu capisca
Beh definirlo un lavoro il tuo non è giusto
Ma se vuoi dirò una preghiera per la tua anima stasera
E nonna è sulla veranda con la Bibbia in mano
A volte sento il suo canto: "Portami nella terra promessa."
Quando portate via la dignità a un uomo non può più lavorare nei suoi campi e tra le sue mucche
Ci sarà del sangue sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Sangue sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Beh ci sono novantasette croci piantate nel cortile al palazzo di giustizia
Novantasette famiglie che hanno perso novantasette aziende agricole
Penso a mio nonno e ai miei vicini di casa e al mio nome
E alcune notti mi sento morto come quello spaventapasseri sotto la pioggia
Pioggia sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Questa terra ha alimentato una nazione, questa terra mi ha reso orgoglioso
E figlio, mi dispiace, rimangono solo dei ricordi per te adesso
Pioggia sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Pioggia sullo paventapasseri, sangue sull'aratro
Pioggia sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Questa terra ha alimentato una nazione, questa terra mi ha reso orgoglioso
E figlio, mi dispiace, rimangono solo dei ricordi per te adesso
Pioggia sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
Pioggia sullo spaventapasseri, sangue sull'aratro
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(John Mellencamp/George M. Green)

Scarecrow on a wooden cross, blackbird in the barn
Four hundred empty acres that used to be my farm
I grew up like my daddy did, my grandpa cleared this land
When I was five I walked the fence while Grandpa held my hand
CHORUS
Rain on the scarecrow, blood on the plow
This land fed a nation, this land made me proud
And son I'm just sorry there's no legacy for you now
Rain on the scarecrow, blood on the plow
Rain on the scarecrow, blood on the plow
The crops we grew last summer weren't enough to pay the loan
Couldn't buy the seed to plant this spring and the Farmers Bank foreclosed
Called my old friend Schepman up to auction off the land
He said John it's just my job and I hope you understand
Well calling it your job ol' hoss sure don't make it right
But if you want me to I'll say a prayer for your soul tonight
And Grandma's on the front porch with a Bible in her hand
Sometimes i hear her singing, "Take me to the Promised Land."
When you take away a man's dignity he can't work his fields and cows
There'll be blood on the scarecrow, blood on the plow
Blood on the scarecrow, blood on the plow
Well there's ninety-seven crosses planted in the courthouse yard
Ninety-seven families who lost ninety-seven farms
I think about my grandpa and my neighbors and my name
And some nights I feel like dyin' like that scarecrow in the rain
Rain on the scarecrow, blood on the plow
This land fed a nation, this land made me proud
And son I'm just sorry they're just memories for you now
Rain on the scarecrow, blood on the plow
Rain on the scarecrow, blood on the plow
Rain on the scarecrow, blood on the plow
THis land fed a nationk this land made me proud
And son I'm just sorry they're just memories for you now
Rain on the scarecrow, blood on the plow
Rain on the scarecrow, blood on the plow
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sabato 1 giugno 2013

Nucleo Negazioni - Le Negazioni, trentasei pezzi - Edizioni Nulla Die



Questa è una raccolta di 36 composizioni letterarie di 18 autori facenti parte del Nucleo Negazioni.
E' un calcio in culo alla letteratura addomesticata.
Sono parole intagliate nella propria carne che urlano e sputano il sangue del disagio, della non adesione alla società falsa con i suoi meccanismi disgustanti.
E' un viaggio negli inferi da cui riemergi con una visione nitida del reale.
Non è inutile/futile intrattenimento.
Se vivete tremebondi in un cantuccio aggrappati alle piccole illusioni con cui vi prendono per il culo non leggete questo libro, potrebbe rovinarvi la vita.
"Dallo sperma, urlando, nasci / nell'amore passione cuore, cagando parole, muori."
(Andreas Finottis, dal libro "Le Negazioni" Nulla Die edizioni)


Nucleo Negazioni, Le Negazioni, trentasei pezzi, Poesia, ISBN 9788897364665, € 12,00, Nulla Die edizioni

Può essere ordinato e acquistato nelle librerie di ogni parte d’Italia e anche in molte librerie estere o negli store on line.

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giovedì 28 marzo 2013

Suzanne Vega: Cracking



Suzanne Vega: Cracking

Una moltitudine
Cammina con me
E vedremo
Quello che abbiamo ottenuto
Ah ...

I miei passi sono ticchettio
Come gocce d'acqua da un albero
Camminando sul confine dei problemi
Muovo i piedi stando attenta
Ah ...

Il mio cuore è spezzato
Si sono consumate le ginocchia
Udito smorzato
Vista accecata
Presto verrà il Profondo Gelo

E qualcosa è rotto
Non so dove
Ghiaccio sul marciapiede
Fragili rami
In volo

Il sole
È accecante
Confusa giallo oro, danzante verde bosco
Attraverso il parco nel pomeriggio
Chiedendomi in quale inferno
Ero prima
Ah ...
****************************************
CRACKING

A lot
Walk with me
And we will see
What we have got
Ah...

My footsteps are ticking
Like water dripping from a tree
Walking a harline
And stepping very carefully
Ah...

My heart is broken
It is worn out at the knees
Hearing muffled
Seeing blind
Soon it will hit the Deep Freeze

And something is cracking
I don't know where
Ice on the sidewalk
Brittle braches
In the air

The sun
Is blinding
Dizzy golden, dancing green
Through the park in the afternoon
Wondering where the hell
I have been
Ah...



giovedì 28 febbraio 2013

The Clash & Allen Ginsberg - Ghetto Defendant


Nel quinto album dei Clash "Combat Rock" uscito nel 1982 la traccia numero 10 è "Ghetto Defendant", una canzone tratta da una poesia di Allen Ginsberg in cui Ginsberg recita alcune parti.


PERSEGUITATO DEL GHETTO

Il verme dell'acropoli
Fa danzare la cosmopoli
Illuminando la gente dei quartieri poveri

Oscurità affamate di vivi,
Chi avrà sete dentro una fogna?
Adescata nella città
Lei passò tutta l'esistenza a decidere
Come scapparne via
Tossicodipendenti di città
Una volta il destino aveva un senso
E gli anni mi sembravano amici
Ora le ragazze innamorate
Partoriscono bambini che possono sognare
Solo sogni che cominciano con la morte

Spari in eterno
Gatti pieni di metadone
Serenità in un polmone d'acciaio

Perseguitato del ghetto
L'eroina non ti piega
Né il gas lacrimogeno né le cariche coi manganelli
Ti impediranno di prendere la città

Buttati fuori dalla società
Murati fuori dalla città
Cacciati via a bastonate dai benestanti
Ci hanno messo la peste in casa nostra
Siamo scappati di corsa fuori dai ghetti
Gli sbirri sono nervosi
Costretti a fare i guardoni durante le feste
E a raccogliere nel buio
Pochi spiccioli gettati
Hanno cocci di vetro
In cambio della vita
Sono nati fregati

Quelli che governano
tranquilli e di aspetto piacevole
In un attimo fanno una legge
Senza pietà, ma di aspetto piacevole

Il principe del ghetto re dei poeti di fogna
Fu cacciato fuori dalla stanza
Jean Arthur Rimbaud
Dai guardiani della speculazione
Per aver disturbato le loro bombe
1873
Le sue parole lanciavano fiamme
Comune di Parigi
Bruciavano i ghetti da dentro le barriere
Ma la sua faccia era diversa dalle altre
Allora fu emarginato

Morto a Marsiglia
Sepolto a Charleville
Tacque

Detersivi e petrolio nell'acqua che ci allaga
Tutto è sveglio e agitato
Sulla grande nave del progresso
La ciurma è senza freni
Le sirene urlano
L'ammiraglio dorme mentre dà ordini
Sottomarini bolliti nell'oceano
Mentre gli eserciti combattono con le stelle

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Do the worm on the acropolis
Slamdance the cosmopolis
Enlighten the populace

Hungry darkness of living
Who will thirst in the pit?
Hooked in metropolis
She spent a lifetime deciding
How to run from it
Addicts of metropolis
Once fate had a witness
And the years seemed like friends
Girlfriends
Her babies can dream
But dreams begin like the end

Shot into eternity
Methadone kitty
Iron serenity

Ghetto defendant
It is heroin pity
Not tear gas nor baton charge
That stops you taking the city

Strung out of commitee
Walled out of the city
Clubbed down from uptown
Sprayed pest from the nest
Run out to barrio town
The guards are itchy
Forced to watch at the feast
Then sweep up the night
Flipped pieces of coin
Broken bottles
Exchanged for birthright
Grifted in a jiffy


Strung out committee
Sitting pretty
Graphed in a jiffy
No pity, pretty

The ghetto prince of gutter poets
Was bounced out of the room
Jean Arthur Rimbaud
By bodyguards of greed
For disturbing the bomb
1873
His words like flamethrowers
Paris' Commune
Burnt the ghettos in their chests
His face was painted wither
And he was laid to rest

Died in Marseille
Buried in Charleville
Shut up

Soap floods oil in water
All churn in the wake
On the great ship of progress
The crew can't find the brake
Klaxons are blaring
The admiral snores command
Submarines boil in ocean
While the armies fights with suns

martedì 15 gennaio 2013

Emanuel Carnevali



(Firenze, 4 dicembre 1897 – Bazzano, 11 gennaio 1942)
Scappa di casa  a 16 anni e va a New York senza sapere una parola d'inglese, vive con lavori saltuari in zone malfamate, riesce ad imparare l'inglese, appassionato di poesia diviene uno dei poeti americani più influenti, conoscendo i massimi esponenti della letteratura, poi si ammala e ritorna in Italia dove trascorre l'ultima parte della sua vita.


Poesie:

QUASI UN DIO


Sto morendo alla mercé di questo caldo
ma potrebbe esser peggio.

Amo mia moglie
ma dovrei amarla di più

Amo la mia ragazza ma il suo amore dovrebbe essere più universale.
Soltanto una parola la descrive ma non so quale sia.

Tutto è più breve di qualcos'altro:
tutto è più uguale a Dio di qualcos'altro.

C'è competizione nel caos,
una cosa molto stupida.

Sono dubbioso come un ramo di salice
che curvo ammicca all'acqua.

Ammiro il diavolo perché lascia le cose incompiute.
Ammiro Dio perché tutte le completa.


(Ottobre-Dicembre 1931)


ALMOST A GOD

I am dying under this heat
but there may be worse.

I love my wife
but I should love her more.

I love my sweetheart but her love should be more universal.
One word describes her but I do not know which word.

All shorter than something else:
All is more God-like than something else.

There is competition in the chaos,
which is very foolish.

I am in doubt as a bent willow branch
nodding to the water.

I admire the devil for he leaves things unfinished.
I admire God for he finishes everything.


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In grigio


Il giorno mi pesa addosso come una tonnellata di fumo.
Le cose già fatte sono
cadaveri che riempiono di fetore
le stanze grigie dei miei ricordi.

Il futuro è una fila di
bambini nati morti.

La pozza dell’oblio è fangosa.
Solo ricordi in lenta marcia
avanzano lungo la strada dell’oggi. Cielo grigio
per ridestarmi in un momento.

Ma un sonno tetro è il programma per oggi:
sonno che sale dal cuore
come un gas nero.

Io so che per avere dormito a lungo
i morti hanno ripreso forza.
In giorni come questi
spalancano a calci le loro tombe
e ne balzano fuori con eleganza.

Sussurrano orribili segreti
l’uno all’altro e a me.
Portano i loro sudari e
li scuotono animosamente.

O Divinità del terrore e della malinconia
vienimi in aiuto!
Ho ancora baci sfioriti per te,
baci che non voglio buttare via perché sono molto povero,
distaccami dai miei ricordi.

Essi mi inquietano tanto che il sonno sussulta e fugge,
sussulta e fugge.


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Certe cose ci puntano contro il dito e ridono.
Certe cose
si nascondono agli occhi della gente
e si odono
piangere sommessamente. Certe cose cadono dal cielo:

cose nere informi, mostri
della notte e terrore
dei giorni.Certe cose sembrano essere state predisposte
da Dio e dal Diavolo.Certe cose sembrano nate in un abisso
e cresciute nelle tenebre.Certe cose portano l’immagine della bontà
come se il fuoco
ve l’avesse scolpita in bassorilievo.

Certe cose ridono fino a divenire teschi
e poi continuano a ridere.

Certe cose sono come alberi di pesco,
portano a lungo frutti verdi.

Certe cose sono come il vino che uno beve
soltanto per ubriacarsi.

Certe cose colpiscono
il cuore come un colpo di gong,
così che poi risuona a lungo.

Certe cose schiacciano il cuore come se fosse
uno scarafaggio.
Ed è orribile, come spiaccicare
uno scarafaggio.

Certe cose sono come il fulmine:
possono essere guidate
anche se pericolose.

Certe cose sono come pensieri dal piede pesante,
hanno il piede pesante anche se abitano il cielo.

Certe cose sono come le aquile.
Vivono in alto -
possono benissimo dimenticare la valle.

Certe cose sono come il terremoto:
utilizzano tutte le nostre paure.

Certe cose sono come la Bellezza che è morta da tempo:
solo l’acqua profonda del pozzo può lavarle e destarle.

sabato 5 gennaio 2013

Alfonsina Storni


Alfonsina Storni, ( 29 maggio 1892 - 25 ottobre 1938) poetessa, scrittrice e giornalista nacque in Svizzera nel Canton Ticino e all'età di 4 anni si trasferì in Argentina. Suo padre che aveva dei problemi economici ed era alcolista muore nel 1906, lei cominciò a lavorare all'età di dieci anni, riuscì però a ottenere un diploma di insegnante.
Ragazza madre orgogliosamente lottò contro i pregiudizi e per i diritti delle donne.
Muore nel 1938 suicida gettandosi nell'oceano a causa di un tumore di cui soffriva e che le aveva causato una forte depressione.

POESIE:



Io sono come la lupa

Io sono come la lupa.
 Me ne vado sola e rido
 del branco.
 Mi guadagno il cibo ed è mio
 dovunque sia, poiché ho una mano
 che sa lavorare e cervello sano.
 Chi mi può seguire venga con me,
 ma io me ne sto ritta, di fronte al nemico,
 la vita, e non temo il suo impeto fatale
 perché ho sempre un pugnale pronto in mano.
 Il figlio e dopo io e dopo... quel che sia!
 Quel che prima mi chiami alla lotta.
 Talvolta l’illusione di un bocciolo d’amore
 che so sciupare prima ancora che diventi fiore.



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Vado a dormire

Denti di fiori, cuffia di rugiada,
mani di erba, tu, dolce balia,
tienimi pronte le lenzuola terrose
e la coperta di muschio cardato.

Vado a dormire, mia nutrice, mettimi giù.
Mettimi una luce al capo del letto
una costellazione; quella che ti piace;
tutte van bene; abbassala un pochino.

Lasciami sola: ascolta erompere i germogli...
un piede celeste ti culla dall'alto
e un passero ti traccia un percorso

perché dimentichi... Grazie. Ah, un incarico
se lui chiama di nuovo per telefono
digli che non insista, che sono uscita...



Voy a dormir

Dientes de flores, cofia de rocío,
manos de hierbas, tú, nodriza fina,
tenme prestas las sábanas terrosas
y el edredón de musgos escardados.

Voy a dormir, nodriza mía, acuéstame.
Ponme una lámpara a la cabecera;
una constelación; la que te guste;
todas son buenas, bájala un poquito.

Déjame sola: oyes romper los brotes...
te acuna un pie celeste desde arriba
y un pájaro te traza unos compases.

para que olvides...Gracias. Ah, un encargo:
si él llama nuevamente por teléfono
le dices que no insista, que he salido