martedì 5 giugno 2012

Charles Bukowski


Henry Charles Bukowski  (Andernach, Germania, 16 agosto 1920 – San Pedro, USA, 9 marzo 1994) poeta e scrittore statunitense.
Nato in Germania da padre statunitense di origini tedesche- polacche e da madre tedesca, la famiglia si trasferì nel 1925 negli USA., dal 1930 si stabili a Los Angeles dove rimase.
Ebbe una vita influenzata dalle sue passioni per: alcolici, corse dei cavalli, sesso.
Pubblicò il primo racconto nel 1944 e un secondo nel 1946 ma vedendo che non avevano successo si fermo con lo scrivere e si prese quella che lui ha definito "una sbronza di dieci anni" in cui vago per gli Stati Uniti vivendo con lavori precari, nel 1955 stava per morire per un ulcera perforante, quando usci dall' ospedale si mise a scrivere poesie, nel 1957 si sposo con una poetessa texana, Barbara Frye, conosciuta per corrispondenza e che non aveva mai visto, divorziò nel 1959.
Dal 1960 lavorò all' ufficio postale di  Los Angeles, nel 1969 la casa editrice Black Sparrow gli offri cento dollari alla settimana per il resto della sua vita, lasciò l' ufficio postale e si dedicò totalmente alla scrittura dichiarando:  “Avevo solo due alternative: restare all'ufficio postale e impazzire... o andarmene e giocare a fare lo scrittore e morire di fame. Decisi di morire di fame".
Un mese dopo pubblicò il suo primo romanzo Post Office e ottenne successo diventando celebre.
Scrisse sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie.

POESIE :




SPLASH

L'illusione è che tu semplicemente
Stia leggendo questa poesia.
La realtà è che questa è
più di una poesia.
Questo è il coltello
Di un accattone.
È un tulipano
È un soldato che marcia
Attraverso Madrid.
Questo sei tu
Sul tuo letto di morte.
Questo è Li Po che ride
Questo è il circo
del diavolo.
E non la stai leggendo
Su una pagina
Sottoterra.
No, non è una dannata
Poesia.
È un cavallo
che dorme.
Una farfalla dentro
Il tuo cervello.
È la pagina che legge
Te.
La senti?
È come un cobra.
È un aquila affamata
che sorvola la stanza.
Questa non è una poesia
La poesia è barbosa,
ti fa venire sonno.
Queste parole ti incitano
a una nuova
follia.
Ti ha toccato la grazia,
sei stato spinto
dentro un abbacinante
regione di luce.
Adesso l'elefante
Sogna insieme
a te.
La volta dello spazio
curva e ride.
Adesso puoi morire
Tu puoi morire adesso come
Si doveva morire da uomini:
grande,
vittorioso,
con l'orecchio della musica,
essendo tu la musica,
che romba,
romba,
romba.



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I lavoratori

Ridono continuamente anche quando
un'asse piomba giù e rovina una faccia o deforma un corpo
loro continuano a ridere,
quando il colore dell'occhio
impallidisce da far paura
per via della poca luce
ridono ancora; rugosi e rimbecilliti
ancora giovani ci scherzano sopra:
un uomo che dimostra sessant'anni
dirà ne ho 32, e allora rideranno tutti;
qualche volta li fanno uscire per una boccata d'aria
ma sono incatenati a ritornare
da catene, che non spezzerebbero
anche se potessero; anche fuori,
tra gli uomini liberi,
continuano a ridere, girano qua e là
con un passo zoppicante e inane
quasi non fossero più lì con la testa; fuori
masticano un tozzo di pane,
tirano sul prezzo, dormono, contano i soldi,
guardano l'orologio e sono di ritorno;
qualche volta nei confini addirittura si fanno seri
un momento, parlano di fuori,
di come deve essere orribile,
essere chiusi fuori per sempre,
e non essere mai più riammessi;
fa caldo mentre lavorano e sudano un po',
ma lavorano sodo e bene,
lavorano così sodo che i nervi si ribellano
e lì fanno tremare, ma spesso sono elogiati
da quelli che tra loro si sono innalzati
come stelle, e ora le stelle vigilano
vigilano anche per quei pochi
che potrebbero tentare un ritmo più lento
o mostrare disinteresse
o simulare una malattia per avere un po'
di riposo il riposo deve essere
guadagnato per raccogliere le forze
destinate ad un lavoro più perfetto.
Qualche volta uno muore o impazzisce
e allora da fuori ne arriva uno nuovo
per sfruttare la sua grande occasione.
Io ci sono stato molti anni;
in principio trovavo il lavoro monotono,
stupido addirittura ma ora vedo
che tutto ha un senso,
e i lavoratori senza volto
vedo bene che non sono proprio
brutti, e che le teste senz'occhi
ora so che quegli occhi ci vedono
e sono capaci di seguire il lavoro.
Le donne che lavorano
sono spesso le migliori,
adattandosi con naturalezza,
e con alcune ho amoreggiato nei momenti di riposo;
in principio non sembravano molto diverse dalle scimmie
ma poi grazie al mio spirito di osservazione
mi sono reso conto che erano cose reali e vive come me.
L'atra sera un vecchio lavoratore grigio e cieco,
non più utile è stato mandato in pensione là fuori.
Discorso! Discorso!
Abbiamo chiesto, è stato un inferno ha detto lui
abbiamo riso tutti e 4000:
aveva conservato il suo umorismo fino alla fine.

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"la società dovrebbe capire"



uno consulta filosofi e psichiatri
quando le cose non stanno andando bene
e le puttane quando vanno bene.
le puttane esistono per i ragazzi e
per i vecchi; ai ragazzi dicono:
"non spaventarti, dolcezza, ecco lo infilo
dentro io per te".
e per i vecchi
recitano come se
uno le stesse conquistando sul serio.
la società dovrebbe capire il valore delle
puttane - intendo quelle a cui piace il mestiere -
quelle che quasi lo rendono
un'arte.

penso a una volta
in un bordello messicano
a una di quelle con straccetto e scodella
che mi lavava l'uccello,
e diventò duro
e lei rise
e io risi
e lei lo baciò, gentilmente e lentamente, poi andò a
distendersi
sul letto
e le montai sopra e lo facemmo piano, senza sforzo,
senza tensione,
e qualcuno bussò alla porta
e cacciò un urlo:
"hey! che diavolo succede lì dentro?
sbrigatevi!"
ma era come una sinfonia di Mahler
- non ti fai fretta
e basta.

quando finii e lei s'alzò, riapparve
di nuovo con straccio e scodella
ed entrambi ridemmo;
allora lo baciò
gentilmente e lentamente,
e io mi tirai su e mi rivestii
e me ne andai -
"Gesù, compare, che diavolo facevate là
dentro?"
"scopavo," dissi al gentiluomo
e camminai fino in fondo al corridoio e scesi i gradini e rimasi

là fuori sulla strada as accendere una di quelle
dolci sigarette messicane alla luce della luna.
liberato e di nuovo reso umano
per 3 dollari appena,
amavo la notte, il Messico e
me stesso.

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